Palazzetto dello Sport
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"Il Palazzetto dello Sport è un edificio multifunzione, adibito principalmente a uso sportivo, che sorge a Roma nel quartiere Parioli. Ideato e progettato nel 1956 dall'architetto Annibale Vitellozzi e dall'ingegnere Pier Luigi Nervi, fu eretto tra il 1956 e il 1957 per ospitare alcuni eventi dei XVII giochi olimpici di Roma. È inutilizzato dal 2018, data alla quale era sede degli incontri interni della Pallacanestro Virtus Roma dopo esserlo stato anche, in anni precedenti, fino al 1983 e, ancora, tra il 2000 e il 2003; ha inoltre ospitato la squadra pallavolistica maschile Club Italia di A2 e, fino al 2013, la M. Roma. Ancora, ha ospitato la Roma Pallavolo, società sciolta nel 2002, e l'Eurobasket Roma fino al 2019. Vista la sua collocazione nei pressi di viale Tiziano, strada parallela di via Flaminia nel tratto tra viale delle Belle Arti e Ponte Milvio, l'impianto è talora chiamato PalaTiziano. L'impianto fu chiuso per lavori nel giugno 2018, subendo anche alcuni vandalismi. Nel 1955 il CIO assegnò a Roma i giochi olimpici del 1960; la città era sostanzialmente sprovvista di impianti sportivi destinati ad accogliere una competizione sportiva di tale genere. Di fatto essa vantava solo lo Stadio dei Centomila, oggi Olimpico, appena costruito, e il vecchio Stadio Nazionale, ormai obsoleto, che sorgeva nelle immediate vicinanze del luogo designato per costruirvi il villaggio olimpico, e che fu demolito per costruire al suo posto lo stadio Flaminio. Fu deciso che la zona compresa tra via Flaminia e i monti Parioli, che fronteggiava dall'altra parte del Tevere il Foro Italico, fosse destinata a ospitare parte degli impianti e le infrastrutture, come per esempio gli alloggi per gli atleti. Tra i progettisti strutturali più attivi nell'urbanizzazione di tale zona un grosso ruolo ebbe Pier Luigi Nervi, che realizzò il Palazzetto dello Sport[4], oltre al viadotto di Corso Francia nel tratto tra ponte Flaminio e la collina dei Parioli[6] e al rinnovato stadio Flaminio[5]. Il progetto presentato da Vitellozzi, già progettista dello Stadio dei Centomila, con la decisiva consulenza di Pier Luigi Nervi, che si occupò di tutte le realizzazioni statiche in cemento armato, consisteva in un impianto circolare di poco meno di 60 metri di diametro[7], non dissimile dal coevo Palazzo dello Sport di Marcello Piacentini e dello stesso Nervi[8] ma, a differenza di quest'ultimo, sovrastato da una cupola di copertura che deborda dal perimetro della sala di circa 10 metri; il diametro della copertura esterna è di circa 78 metri e l'area complessiva dell'impianto è di circa 4 800 metri quadri. Tale copertura è realizzata completamente in ferro cemento ed è prefabbricata secondo moduli dalla forma a spicchio, più larghi verso l'esterno per poi stringersi verso il centro della calotta; a sostenere la copertura sono 36 cavalletti a forma di Y, disposti lungo il perimetro dell'impianto a una distanza angolare di 10 gradi e lineare di 6,30 metri l'uno dall'altro, i cavalletti sono inclinati secondo la tangente al punto di intersezione con la calotta in cemento. La sala è in gradinata unica e il terreno di gioco, in parquet, si trova ribassato rispetto al piano stradale[4]; concepito per ospitare un numero di spettatori variabili tra i 4 000 e i 5 000[4], il Palazzetto dello Sport ospitò le gare di pallacanestro e sollevamento pesi[9] dei giochi olimpici del 1960 di Roma. I lavori di costruzione, iniziati nel luglio 1956, terminarono il 15 settembre 1957 e permisero all'impianto di essere il primo, tra quelli concepiti per l'Olimpiade, a essere completato[10]. L'inaugurazione ufficiale avvenne il 1º ottobre successivo alla presenza dell'allora presidente del consiglio Adone Zoli[11]. Le opere strutturali in cemento furono realizzate dalla Nervi & Bartoli, mentre la Siemens si occupò dell'impianto di diffusione audio interno; la Barbieri installò gli impianti di condizionamento, riscaldamento e ricircolo aria e la Electra si occupò di tutti i lavori di illuminotecnica ed elettricità[12]. Il costo totale dell'impianto ammontò a 263 milioni di lire[10]. L'architetto Bruno Zevi paragonò il Palazzetto al Pantheon, suggerendo analogie e paralleli con l'edificio di Adriano[13]: partendo dalle stesse premesse (sala cilindrica sovrastata da una cupola[13]) Zevi rilevò che, laddove il Pantheon racchiude e sottende una forma sferica, la struttura di Nervi e Vitellozzi comprende un emisfero in cui la luce entra lateralmente (e non verticalmente come accade nel Pantheon) e ne allarga idealmente lo spazio, attenuandone l'effetto monumentale[13]. Giuseppe Vaccaro trattò invece delle caratteristiche spaziali dell'edificio, che non permettono un preciso riferimento all'osservatore, il quale ha l'impressione che le dimensioni dell'impianto si riducano al suo avvicinarsi ad esso[14]. Dal 2006 e il 2013 l'impianto, la cui capienza nel frattempo fu ridotta a 3 100 posti per ragioni di sicurezza, fu utilizzato dalla M. Roma Volley, formazione di pallavolo che dal 2010 militava in massima divisione per poi sciogliersi nel 2013 per ragioni finanziarie. Nel 2011 si resero necessari lavori urgenti per adeguare l'impianto alle richieste della Lega Pallacanestro al fine di ospitare la Virtus Roma, migrante dal PalaLottomatica per gli alti costi di gestione[15]; i lavori riguardarono l'aumento dei posti (a 3 500 effettivi), il rinnovamento dell'impianto di illuminazione (la OSRAM aveva terminato le forniture di lampade esistenti[15]) e di quello di riscaldamento (che serve anche il limitrofo Palazzo delle Federazioni[15]). Al termine di tali lavori l'impianto divenne idoneo a ospitare la compagine cestistica romana[16]. Nel 2016 l'assessore allo sport Daniele Frongia, da poco nominato dal neosindaco Virginia Raggi, rimise a gara le concessioni degli impianti sportivi di proprietà comunale, giudicando i canoni d'affitto pagati dai club al di sotto dei valori di mercato. La Federazione Italiana Pallavolo aveva espresso interesse a prendere in affitto l'impianto per farvi giocare una squadra federale in vista della candidatura olimpica di Roma, ma quando la giunta Raggi negò alla Capitale la possibilità di concorrere per ospitare i Giochi del 2024, la FIPAV si ritirò dall'offerta. L'assessorato dovette quindi ricorrere eccezionalmente all'affidamento diretto, concedendo a locazione il Palazzetto all'Eurobasket per 4 000 euro al mese. Nel frattempo la Virtus Roma tornò al Palazzo dello Sport all'EUR, mentre l'Eurobasket Roma decise lo spostamento in provincia di Latina al PalaCisterna; Roma Capitale chiuse nel 2018 il Palazzetto per lavori mai iniziati e, nell'agosto 2019, dopo più di un anno di sostanziale abbandono, ignoti si introdussero nell'impianto e diedero fuoco al parquet del piano di gioco[3], danneggiando anche parte dei sedili in plastica. L'incidente rinfocolò la polemica delle opposizioni, già in precedenza critiche verso l'amministrazione Raggi. A luglio 2020 è in corso una gara d'appalto, del valore di circa 2600000 €, indetta da Roma Capitale per il risanamento conservativo del Palazzetto."
@saraess_
"für die Olympiade von 1960 errichtet > Meisterwerk der Betonarchitektur (Kuppel)"
@charlotte_lnw
"Palazzetto dello sport, Annibale VITELLOZZI & Pier Luigi NERVI 1956"
@miss.sixtine.lefranc
"Il Palazzetto dello Sport è un edificio multifunzione, adibito principalmente a uso sportivo, che sorge a Roma nel quartiere Parioli. Ideato e progettato nel 1956 dall'architetto Annibale Vitellozzi e dall'ingegnere Pier Luigi Nervi, fu eretto tra il 1956 e il 1957 per ospitare alcuni eventi dei XVII giochi olimpici di Roma. È inutilizzato dal 2018, data alla quale era sede degli incontri interni della Pallacanestro Virtus Roma dopo esserlo stato anche, in anni precedenti, fino al 1983 e, ancora, tra il 2000 e il 2003; ha inoltre ospitato la squadra pallavolistica maschile Club Italia di A2 e, fino al 2013, la M. Roma. Ancora, ha ospitato la Roma Pallavolo, società sciolta nel 2002, e l'Eurobasket Roma fino al 2019. Vista la sua collocazione nei pressi di viale Tiziano, strada parallela di via Flaminia nel tratto tra viale delle Belle Arti e Ponte Milvio, l'impianto è talora chiamato PalaTiziano. L'impianto fu chiuso per lavori nel giugno 2018, subendo anche alcuni vandalismi. Nel 1955 il CIO assegnò a Roma i giochi olimpici del 1960; la città era sostanzialmente sprovvista di impianti sportivi destinati ad accogliere una competizione sportiva di tale genere. Di fatto essa vantava solo lo Stadio dei Centomila, oggi Olimpico, appena costruito, e il vecchio Stadio Nazionale, ormai obsoleto, che sorgeva nelle immediate vicinanze del luogo designato per costruirvi il villaggio olimpico, e che fu demolito per costruire al suo posto lo stadio Flaminio. Fu deciso che la zona compresa tra via Flaminia e i monti Parioli, che fronteggiava dall'altra parte del Tevere il Foro Italico, fosse destinata a ospitare parte degli impianti e le infrastrutture, come per esempio gli alloggi per gli atleti. Tra i progettisti strutturali più attivi nell'urbanizzazione di tale zona un grosso ruolo ebbe Pier Luigi Nervi, che realizzò il Palazzetto dello Sport[4], oltre al viadotto di Corso Francia nel tratto tra ponte Flaminio e la collina dei Parioli[6] e al rinnovato stadio Flaminio[5]. Il progetto presentato da Vitellozzi, già progettista dello Stadio dei Centomila, con la decisiva consulenza di Pier Luigi Nervi, che si occupò di tutte le realizzazioni statiche in cemento armato, consisteva in un impianto circolare di poco meno di 60 metri di diametro[7], non dissimile dal coevo Palazzo dello Sport di Marcello Piacentini e dello stesso Nervi[8] ma, a differenza di quest'ultimo, sovrastato da una cupola di copertura che deborda dal perimetro della sala di circa 10 metri; il diametro della copertura esterna è di circa 78 metri e l'area complessiva dell'impianto è di circa 4 800 metri quadri. Tale copertura è realizzata completamente in ferro cemento ed è prefabbricata secondo moduli dalla forma a spicchio, più larghi verso l'esterno per poi stringersi verso il centro della calotta; a sostenere la copertura sono 36 cavalletti a forma di Y, disposti lungo il perimetro dell'impianto a una distanza angolare di 10 gradi e lineare di 6,30 metri l'uno dall'altro, i cavalletti sono inclinati secondo la tangente al punto di intersezione con la calotta in cemento. La sala è in gradinata unica e il terreno di gioco, in parquet, si trova ribassato rispetto al piano stradale[4]; concepito per ospitare un numero di spettatori variabili tra i 4 000 e i 5 000[4], il Palazzetto dello Sport ospitò le gare di pallacanestro e sollevamento pesi[9] dei giochi olimpici del 1960 di Roma. I lavori di costruzione, iniziati nel luglio 1956, terminarono il 15 settembre 1957 e permisero all'impianto di essere il primo, tra quelli concepiti per l'Olimpiade, a essere completato[10]. L'inaugurazione ufficiale avvenne il 1º ottobre successivo alla presenza dell'allora presidente del consiglio Adone Zoli[11]. Le opere strutturali in cemento furono realizzate dalla Nervi & Bartoli, mentre la Siemens si occupò dell'impianto di diffusione audio interno; la Barbieri installò gli impianti di condizionamento, riscaldamento e ricircolo aria e la Electra si occupò di tutti i lavori di illuminotecnica ed elettricità[12]. Il costo totale dell'impianto ammontò a 263 milioni di lire[10]. L'architetto Bruno Zevi paragonò il Palazzetto al Pantheon, suggerendo analogie e paralleli con l'edificio di Adriano[13]: partendo dalle stesse premesse (sala cilindrica sovrastata da una cupola[13]) Zevi rilevò che, laddove il Pantheon racchiude e sottende una forma sferica, la struttura di Nervi e Vitellozzi comprende un emisfero in cui la luce entra lateralmente (e non verticalmente come accade nel Pantheon) e ne allarga idealmente lo spazio, attenuandone l'effetto monumentale[13]. Giuseppe Vaccaro trattò invece delle caratteristiche spaziali dell'edificio, che non permettono un preciso riferimento all'osservatore, il quale ha l'impressione che le dimensioni dell'impianto si riducano al suo avvicinarsi ad esso[14]. Dal 2006 e il 2013 l'impianto, la cui capienza nel frattempo fu ridotta a 3 100 posti per ragioni di sicurezza, fu utilizzato dalla M. Roma Volley, formazione di pallavolo che dal 2010 militava in massima divisione per poi sciogliersi nel 2013 per ragioni finanziarie. Nel 2011 si resero necessari lavori urgenti per adeguare l'impianto alle richieste della Lega Pallacanestro al fine di ospitare la Virtus Roma, migrante dal PalaLottomatica per gli alti costi di gestione[15]; i lavori riguardarono l'aumento dei posti (a 3 500 effettivi), il rinnovamento dell'impianto di illuminazione (la OSRAM aveva terminato le forniture di lampade esistenti[15]) e di quello di riscaldamento (che serve anche il limitrofo Palazzo delle Federazioni[15]). Al termine di tali lavori l'impianto divenne idoneo a ospitare la compagine cestistica romana[16]. Nel 2016 l'assessore allo sport Daniele Frongia, da poco nominato dal neosindaco Virginia Raggi, rimise a gara le concessioni degli impianti sportivi di proprietà comunale, giudicando i canoni d'affitto pagati dai club al di sotto dei valori di mercato. La Federazione Italiana Pallavolo aveva espresso interesse a prendere in affitto l'impianto per farvi giocare una squadra federale in vista della candidatura olimpica di Roma, ma quando la giunta Raggi negò alla Capitale la possibilità di concorrere per ospitare i Giochi del 2024, la FIPAV si ritirò dall'offerta. L'assessorato dovette quindi ricorrere eccezionalmente all'affidamento diretto, concedendo a locazione il Palazzetto all'Eurobasket per 4 000 euro al mese. Nel frattempo la Virtus Roma tornò al Palazzo dello Sport all'EUR, mentre l'Eurobasket Roma decise lo spostamento in provincia di Latina al PalaCisterna; Roma Capitale chiuse nel 2018 il Palazzetto per lavori mai iniziati e, nell'agosto 2019, dopo più di un anno di sostanziale abbandono, ignoti si introdussero nell'impianto e diedero fuoco al parquet del piano di gioco[3], danneggiando anche parte dei sedili in plastica. L'incidente rinfocolò la polemica delle opposizioni, già in precedenza critiche verso l'amministrazione Raggi. A luglio 2020 è in corso una gara d'appalto, del valore di circa 2600000 €, indetta da Roma Capitale per il risanamento conservativo del Palazzetto."
@dannatiarchitettipodcast